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Quando l’intuizione anticipa il cambiamento: il valore dell’esperienza nelle scelte professionali

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Vent’anni fa ho preso una decisione difficile, ma necessaria: ho lasciato un settore prima che crollasse.

Non avevo numeri certi, né report su cui basarmi. Solo un’intuizione forte, costruita su anni di osservazione, contatto diretto con il mercato e piccoli segnali che molti ignoravano. Quella scelta, che all’epoca sembrava avventata, si è rivelata salvifica.

L’intuizione sul lavoro non è magia

Non sono una veggente. E non mi interessa esserlo.
Oggi, a distanza di due decenni, mi trovo davanti a segnali simili, ma con una differenza sostanziale: questa volta non ho io il timone. Non ho il potere decisionale diretto. E soprattutto, non ho certezze.

Ma ciò che ho, e che porto con me ogni giorno, è esperienza.
Un bagaglio che mi impone di non ignorare i segnali, anche se sono ancora solo intuizioni. Nella mia visione professionale, l’intuizione non è improvvisazione, ma il frutto maturo di chi ha imparato a leggere i contesti, a cogliere le sfumature, a collegare i puntini.

L’importanza di riconoscere (e comunicare) il rischio

Parlare di possibili rischi professionali non significa creare allarmismi.
Significa avere rispetto per il proprio lavoro, per le persone coinvolte, per il futuro dei progetti.
Significa analizzare ciò che accade, provare a interpretarlo e trasformare un potenziale pericolo in una possibilità.
La gestione del rischio non inizia quando il problema esplode, ma quando si ha il coraggio di nominarlo prima che sia evidente.

Farsi ascoltare è la sfida più grande

A volte il vero ostacolo non è vedere lontano, ma riuscire a farsi ascoltare.
Chi ha intuito un cambiamento prima degli altri sa quanto può essere complesso comunicarlo. Spesso si viene fraintesi, messi da parte o etichettati come pessimisti. Eppure è proprio da questi momenti che può nascere l’innovazione.

E a voi è mai capitato?

Avete mai riconosciuto un segnale prima degli altri? Come lo avete condiviso?

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