Un evento che unisce visioni e competenze
Partecipare all’evento Art for Change del 17 novembre 2025 presso Palazzo del Buongoverno – Spazio Agorà Statodellarte e Fondazione Pistoletto Cittadellarte a Biella è stato molto più di un semplice momento di confronto. È stato un osservatorio privilegiato sulle dinamiche che stanno ridisegnando il rapporto tra settore culturale, mondo imprenditoriale e istituzioni.
In un tempo in cui parlare di sviluppo sostenibile richiede nuove alleanze e nuovi linguaggi, Art for Change del progetto Hangar Piemonte rappresenta un modello virtuoso di collaborazione strategica e di costruzione di ecosistemi territoriali innovativi.
La forza degli hub di confronto: dove il dialogo diventa progettazione
L’intero pomeriggio è stato scandito da una serie di hub di confronto, veri e propri think tank operativi, dedicati a temi cruciali per chi lavora nella cultura, nell’impresa e nella governance del territorio.
Questo formato ha favorito non solo l’ascolto, ma una partecipazione attiva, capace di generare idee, connessioni e piste di lavoro concrete.
Ho apprezzato in particolare la possibilità di dialogare con esperti, istituzioni e realtà culturali che, pur provenendo da percorsi differenti, condividono una comune intenzione: creare valore attraverso la cultura.
Art Bonus: una leva strategica ancora poco compresa
Il primo hub, dedicato all’Art Bonus, ha offerto un approfondimento estremamente utile per chi opera nel settore culturale. L’intervento di Carolina Botti e Lucia Steri (ALES – Ministero della Cultura) ha chiarito differenze, potenzialità e limiti tra Art Bonus e sponsorizzazioni, evidenziando con concretezza come il mecenatismo culturale possa diventare un driver di
crescita territoriale.
Una riflessione importante emersa dal confronto: esiste ancora un grande margine di
miglioramento nella capacità delle istituzioni culturali di comunicare questi strumenti al mondo imprenditoriale.
Welfare aziendale culturale: quando l’arte genera benessere
L’hub sul welfare aziendale, guidato da Stefano Zordan dell’Adriano Olivetti Leadership Institute, è stato forse il momento più sorprendente della giornata.
L’idea che l’arte possa contribuire al benessere organizzativo e alla qualità del lavoro non è nuova, ma raramente viene affrontata con questa profondità.
Dalle testimonianze delle realtà della rete Art for Change è emerso un punto chiave: la cultura non è un accessorio, ma un generatore di senso e di coesione, capace di migliorare la salute delle comunità e sostenere la crescita delle imprese.
Sviluppo sostenibile: cultura come motore della transizione
Molto stimolante anche il dialogo con Marco Vesipa (MagnoLab) e Marella Caramazza (ISTUD), che ha messo al centro un tema urgente: il ruolo della cultura nella costruzione di modelli di sviluppo sostenibile.
Ho apprezzato la lucidità con cui si è affrontata la complessità della transizione ambientale, economica e sociale: la cultura può essere il collante che permette a imprese, istituzioni e cittadini di condividere visioni e responsabilità.
Partenariati Pubblico-Privati: una strada da potenziare
L’ultimo hub, dedicato ai Partenariati Pubblico-Privati (PPP) e condotto da Vincenzo Santoro (ANCI), ha mostrato quanto questo strumento sia ancora sottoutilizzato e quanto, invece, possa diventare una leva strategica per la rigenerazione urbana, la valorizzazione del patrimonio e l’innovazione sociale.
La condivisione di casi concreti ha reso evidente che la collaborazione tra pubblico e privato non è solo possibile, ma necessaria.
Art for Change: un modello da osservare e far crescere
Uscendo da Cittadellarte ho avuto una sensazione chiara: eventi come Art for Change non sono semplici momenti di networking, ma laboratori di futuro.
Mettono in connessione competenze, visioni e linguaggi che raramente dialogano con questa intensità.
E mostrano che la cultura non è un settore da sostenere, ma un motore strategico per la sostenibilità e l’innovazione dei territori.